Museo di San Mamiliano

Una delle chiese più antiche di Sovana, ingloba nelle fondazioni parte di un edificio romano in opus reticulatum, oggi in parte visibile grazie ai lavori di consolidamento per la trasformazione della chiesa in Museo. Della chiesa rimangono solamente i resti dei muri perimetrali, il cimitero rinascimentale sottostante la navata e la cripta. Il nucleo più antico della chiesa è databile probabilmente all’epoca paleocristiana, epoca di evangelizzazione di Sovana avvenuta nel V sec. d.C. con il monaco eremita Mamiliano. La chiesa aveva tre altari dedicati a San Mamiliano, alla Madonna del rosario e alla SS.Trinità come dimostrano gli affreschi rinvenuti nella chiesa e ora esposti presso la cattedrale.

Nel 2004 durante le attività di scavo condotte dalla Sovrintendenza, venne scoperto uno straordinario tesoretto monetale tardo-antico costituito da 498 monete d’oro inquadrabili nel V sec. d.C. Si tratta di solidi aurei (il Solido era una moneta d’oro introdotta in sostituzione dell’aureo con la riforma monetaria di Costantino I nel 324, rimanendo in uso in tutto l’Impero Bizantino fino al X secolo) coniati sotto Leone I e Antemio, tra il 457 e il 474. Rilevante per numero di pezzi e numero di imperatori rappresentati il tesoro di Sovana corrisponde per alcuni al celebre “tesoro di Montecristo”, che Alexandre Dumas descrisse basandosi su leggende popolari. 
L’olla contenente il tesoro venne occultata in questo luogo alla fine del V secolo, in un periodo di gravi difficoltà per la regione a seguito delle invasioni. 

Oggi la chiesa è stata trasformata essa stessa in museo e ospita al suo interno, oltre ad alcune monete del tesoro rinvenuto, numerosi reperti recuperati negli scavi della città di Sovana e nelle necropoli circostanti come la stipe votiva del Cavone, le terrecotte architettoniche provenienti da uno scavo effettuato nell’abitato di Sovana nel 1895 relativo ad un edificio sacro, la collezione dei vasi a pareti sottili recuperati a Sovana agli inizi del ‘900 con gli scavi Merlini, i reperti longobardi provenienti dagli scavi effettuati in prossimità della Villa romana della Biagiola (sopra la via cava “Cavone”) ed infine le splendide statuine di piombo con iscrizione onomastica incisa sulla gamba destra che rappresentano un bell’esempio di pratica magica in quanto dedicati alle divinità degli inferi.