La necropoli etrusca di Sovana fa parte del Parco Archeologico “Città del tufo” insieme agli insediamenti rupestri di San Rocco, in prossimità di Sorano, e di Vitozza, nella frazione di San Quirico, e sebbene non abbia l’estensione delle grandi necropoli di Tarquinia, Cere, Vetulonia, è molto interessante per la grande varietà di tombe. Vi sono tombe a cassa, a semplice camera, a dado, a semidado, a tempio, a edicola, a timpano, a nicchia, a loculo, a colombario.
I settori più importanti della necropoli si trovano a circa 1 Km dalla città lungo la provinciale 22 che collega Sovana a San martino sul Fiora.
Con i lavori per la realizzazione del Parco Archeologico sono stati realizzati diversi percorsi attrezzati che permettono una visita più agevole alle monumentali tombe a facciata rupestre e alle suggestive vie cave senza però alterare la natura dei luoghi caratterizzati dalla presenza di una fitta macchia mediterranea.

Necropoli di Sopraripa

Il sentiero attraversando il torrente Calesine conduce alla chiesetta di San Sebastiano. L’edificio di origine medievale ha assunto con le ristrutturazioni successive l’attuale tipologia tipica degli edifici di culto della campagna grossetana. Alle spalle della chiesa, il sentiero si inerpica nel bosco e percorse alcune decine di metri conduce ad una biforcazione. Qui, un cartello indica a destra la via cava di San Sebastiano e a sinistra la tomba della Sirena e le tombe a semidado tipiche dell’architettura funeraria sovanese.

Tomba della Sirena

È l’esempio più noto di tomba a edicola con figura di defunto semisdraiata all’interno posto entro un nicchione fiancheggiato da due personaggi a rilievo raffiguranti un demone maschile ed uno femminile. Il frontone è decorato a rilievo con la rappresentazione di Scilla. La camera funeraria, posta fuori asse, è molto piccola e probabilmente ospitava i resti di un solo defunto incinerato, Vel Nulina [fi glio di] Vel, come recita l’iscrizione conservata in facciata.

Necropoli di Poggio Grezzano

In prossimità del parcheggio un sentiero conduce alla necropoli di Poggio Grezzano situata di fronte a San Sebastiano, tra i torrenti Calesine e Picciolana.
Sono presenti tombe a dado, a semidado, a edicola, a camera (tra le più recenti in questa tipologia sovanese) e a cassone; è stata utilizzata dall’età arcaica fino al tardo ellenismo.
All’inizio del percorso alcuni ambienti funebri sono stati riutilizzati come colombari. Tombe a camera semplici si trovano nella parte più bassa del fianco sud – orientale del Poggio, mentre quelle con facciate architettoniche tagliate nella parete di tufo sono nella parte superiore.

La Tomba Pisa

Tra le tombe a camera della necropoli spicca la “Tomba Pisa” (utilizza tra la seconda metà del III fino alla fine del I sec. a .C.) alla quale si accede da un lungo e profondo dromos.
La tomba ha pianta irregolare è composta da diversi ambienti, con banchine di deposizione lungo tutte le pareti.

Poggi Stanziale, Felceto, Prisca

Sulle colline a nord del torrente Calesine, si è sviluppata la parte più grandiosa della necropoli sovanese, che si estende in lunghezza per quasi un chilometro e mezzo ed è rivolta a meridione.
Nella fila quasi ininterrotta di tombe a dado e a semidado, spiccano monumentali tombe a fronte colonnata – a Poggio Prisca la Tomba Pola, a Poggio Felceto la Tomba Ildebranda, il complesso monumentale della tomba dei Leoni e la tomba dei Demoni alati, a Poggio Stanziale la Tomba del Tifone.
La necropoli è raggiungibile dalla biglietteria del parco collocata in prossimità del parcheggio.

La Tomba Ildebranda

(prima metà III sec. a.C.), è la più famosa delle tombe etrusche di Sovana e prende il nome da Ildebrando che fu papa con il nome di Gregorio VII.

È l’imitazione di un vero e proprio tempio colonnato di tipo etrusco- italico, caratterizzato da un alto podio accessibile mediante due scale laterali.

Purtroppo il monumento si presenta oggi in condizioni assai deteriorate, ma dobbiamo immaginare una struttura policroma e ricca di decorazioni plastiche. In prossimità dell’Ildebranda si trova il complesso monumentale della tomba dei Leoni caratterizzato da diverse tombe monumentali a facciata rupestre con profondi dromoi e ampie camere sepolcrali.

La Tomba dei Demoni Alati

A poche decine di metri dalla tomba Ildebranda si trova la tomba a edicola dei “Demoni alati” (III sec.a.C.) caratterizzata da un grande blocco cubico al centro del quale, all’interno di un nicchione, è scolpito il letto funebre con la rappresentazione del defunto in posizione sdraiata. Ai lati del nicchione, su alti piedistalli si ergevano due statue quasi a tutto tondo che raffiguravano personaggi femminili, alati e vestiti di tunica e pesanti mantelli. Sul frontone, ad alto rilievo, campeggia un imponente demone marino (Scilla o Tritone), fornito di grandi ali e lunghe code pisciformi.

La Tomba Pola

Proseguendo lungo il sentiero si raggiunge la Tomba Pola (III sec.a.C.) monumento sepolcrale che ha la forma di un tempio a otto colonne su alto podio, grande camera di sepoltura con banchina continua alle pareti, violata e saccheggiata in antico. La struttura ha subito, nel tempo, un notevole degrado, conservando solo una minima parte del colonnato originario.

La Tomba Del Tifone

Nel poggio Stanziale si trova invece la tomba del Tifone (II sec. a.C.). Il nome, dato dal Dennis alla tomba del tipo a edicola, deriva dalla testa uscente da grovigli di fogliame a decorazione del timpano.