Acquedotto Mediceo

L’acquedotto mediceo con i suoi spettacolari archi caratterizza il paesaggio di Pitigliano e può essere definito come il monumento simbolo, visto anche il secolare attaccamento della popolazione a quella che viene considerata l’opera più importante realizzata a Pitigliano durante la dominazione dei Medici, Granduchi di Toscana.

Fu progettato da architetti fiorentini e costruito con l’aiuto di maestranze viterbesi, ma fu fortemente voluto e realizzato dalla popolazione, sotto la guida delle autorità locali e con la partecipazione finanziaria della comunità ebraica.
Questa importante opera permise di risolvere il problema dell’approvvigionamento idrico e di avere l’acqua potabile in paese con secoli di anticipo rispetto a quasi tutti i centri abitati della Maremma toscana.

I lavori presero l’avvio nel 1636 e terminarono nel 1639, l’acqua proveniva dalle sorgenti del fiume Meleta a circa quattro miglia di distanza.

Oggi sono ancora visibili i due ampi archi sorretti da un poderoso pilastro che permettevano all’acquedotto di superare lo strapiombo e proseguire il suo percorso lungo le mura castellane ormai smantellate e raggiungere la Fonte costruita sul lato meridionale della piazza e abbellita da cinque scenografiche arcate.
Rientrano invece nell’ambito di una ristrutturazione urbanistica ottocentesca voluta dal governo granducale lorenese, i tredici archi più piccoli aperti nel contiguo tratto di muratura dell’acquedotto che conducono alla piazza principale del paese.