Museo Archeologico all’aperto Alberto Manzi

Fuori dall’abitato si trova il museo all’aperto intitolato al “Maestro d’Italia” Alberto Manzi, che lo immaginò durante la sua breve esperienza di sindaco di Pitigliano a metà degli anni ’90.
L’idea che sta alla base del progetto museale è quella di recuperare e tutelare un patrimonio ambientale e architettonico lasciato a lungo in stato di abbandono e allo stesso tempo offrire al visitatore la possibilità di immergersi nella storia del territorio.

L’area archeologica permette di apprendere le varie fasi dell’impianto urbano; nella “città dei vivi” possiamo ammirare la ricostruzione di una capanna circolare tipica del villaggio protostorico del bronzo finale e la ricostruzione della casa arcaica a tre vani, che rappresenta la città etrusca di Pitigliano.

La ripida e suggestiva via cava del Gradone con il suo tracciato tortuoso e la ricca vegetazione, conduce nella zona sottostante, la “città dei morti” caratterizzata dalla presenza di tombe a una, due e tre camere che risalgono alla seconda metà del VII fin quasi alla fine del VI secolo a.C. Qui è stato ricostruito, a scopo dimostrativo, l’allestimento della sepoltura di Velthur e Larthia.
Un’ulteriore discesa conduce alla necropoli di San Giovanni con tombe dal VI al IV-inizi III secolo a.C. Il museo all’aperto, nella visione di Alberto Manzi, doveva dunque uscire dalle stanze e dalle vetrine del museo tradizionale e lasciare che il visitatore potesse immergersi nella vita quotidiana e in quella ultraterrena degli Etruschi.