L’evento nasce da una tradizione in uso nel mondo contadino di accendere i fuochi soprattutto all’uscita dell’inverno a scopo propiziatorio e di buon auspicio.
L’accensione del fuoco era inoltre un modo per comunicare la propria presenza e vicinanza ai casolari circostanti.
I falò venivano accesi con i rami secchi derivati spesso dalle potature. Si racconta che una volta alcuni contadini non vedendo per giorni il falò acceso in un casolare vicino si recarono sul posto e trovarono tutta la famiglia ammalata di influenza spagnola, andarono a prendere il medico ed in pochi giorni tutti tornarono in salute.
Questa tradizione, riscoperta da un assessore una ventina di anni fa circa, è stata riproposta per festeggiare il passaggio al nuovo anno la sera del 30 dicembre, con un giorno di anticipo rispetto alla fine dell’anno.

L’idea era quella di ritrovarsi in mezzo ad una piazza per passare una serata in compagnia, alla maniera dei nostri nonni.
La convivialità, lo stare insieme davanti ad un fuoco che riscalda il cuore e lo spirito raccontando storie e scambiando idee e progetti.
Nel corso del tempo questo semplice modo di incontrarsi, che prima apparteneva soltanto ai soranesi, si è trasformato in una grande festa attesa anche da moltissimi turisti.
Non solo quindi il fuoco è presente ma anche la buona cucina, il vin brulè, gli intrattenimenti per i bambini e una meravigliosa fantasia di giochi pirotecnici.