Via Cava di San Carlo

Via cava di San Carlo

Oltre alle alte pareti di tufo che assumono un caratteristico colore verdastro grazie alla presenza di muschi e licheni, l’incanto del luogo è dato dalla presenza di numerose varietà di felce e rare varietà di piante. Un genere particolare è rappresentato dalle edere e dalle liane che avvolgono i fusti delle piante che si trovano nella parte superiore delle vie.

In questa via cava più che in altre è possibile ancora notare il sistema di regimazione e contenimento delle acque piovane. Nella parte centrale della via cava, dove il tufo è stato scavato dall’azione erosiva dell’acqua piovana, ad intervalli regolari, sono presenti delle pietre di basalto inserite trasversalmente nel banco tufaceo che avevano il compito di rallentare il flusso dell’acqua e quindi limitare l’erosione del piano stradale.

Purtroppo col trascorrere del tempo e con la realizzazione delle strade attuali come la Provinciale 22 Sorano Sovana e la Provinciale 4 Pitigliano Castell’Azzara le vie cave sono state abbandonate e con loro sono cessati gli interventi manutentivi con il moltiplicarsi di frane e caduta piante.

Nel fondovalle la via cava sfocia alla confluenza di più corsi d’acqua: il Castelsereno, il Cercone e il Lente che determinano particolari condizioni climatiche e pedologiche che si riscontrano sulla composizione della copertura vegetale dove vediamo prevalere la Farnia, il Cerro, il Frassino, l’Acero Campestre, il Carpino bianco e nero.

La via cava è circondata da numerosi speroni tufacei un tempo occupati da fortificazioni di probabile origine longobarda. Si tratta dei castelli di Flaiano, di Rocchette e di Castelvecchio indicati da molti erroneamente come avamposti della Fortezza di Sorano. Dai castelli restano tratti di mura in conci di tufo, cisterne per l’acqua, stalle, annessi agricoli e colombari un tempo utilizzati per l’allevamento dei colombi e dei piccioni.

I tre castelli furono spesso indicati come distaccamenti della Fortezza di Sorano. In realtà non fu mai così perché nel XII-XIV secolo erano possessori di queste strutture signori di piccola feudalità, spesso in contrasto con Sorano, ma più vicini casomai ai signori di Montorio.

Il distretto dei castelli di Flaiano, Rocchette e Castelvecchio coincideva con l’attuale frazione di San Valentino e possedeva una sua circoscrizione ecclesiastica.
La visita a questi luoghi è attualmente particolarmente difficile per la loro posizione impervia e per i crolli che le stesse strutture hanno subito nel tempo.

Lungo il percorso si incontra una piccola cappella recentemente restaurata da un gruppo di volontari capeggiati dal gruppo Avis locale. La costruzione di questo piccolo luogo di culto si lega ad un evento miracoloso avvenuto verso la fine del ‘600 quando nel territorio imperversa una grande carestia.

Il Comune di Sorano decise allora di aiutare numerose famiglie in difficoltà con la distribuzione gratuita del pane. La distribuzione era preceduta dal suono del campanone che avvertiva tutti gli aventi diritto.
Tradizione vuole che una donna della famiglia Cappelletti si fosse trovata, il due di gennaio di qualche secolo fa, a percorrere quella via per raggiungere Sorano, allo scopo di procurarsi pane. Un giorno però arrivò a distribuzione avvenuta, il pane era ormai terminato e la poveretta ripartì senza portare a casa niente. Stanca e disperata, dopo aver percorso la via cava in salita, si fermò in questo luogo a pregare piangendo perché non sapeva come sfamare la famiglia e si addormentò. Al risveglio trovò la cesta piena di pagnotte di pane.