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3 ore circa
Daily Tour
Unlimited
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Lunghezza: 350 m
La Via Cava del Gradone è all’interno del Museo del Museo Archeologico all’Aperto Alberto Manzi, per visitarla è necessario munirsi del biglietto da pagare all’ingresso del Museo.
Questo itinerario non fa parte del Tour delle Vie Cave, ma è andata e ritorno, solo in occasione di eventi e accompagnati da una Guida Ambientala Escursionistica è possibile raggiungere Pitigliano.
Prima della Via Cava, il trekker può visitare la ricostruzione di una capanna protostorica e di una casa etrusca, entrambe a grandezza naturale.
Un tempo questa antica strada etrusca era usata dai bambini, che vivevano nella campagna sovrastante, per ragguingere la scuola del paese. Le alte pareti di circa 15 m., la vegetazione lussureggiante, qualche incontro con cinghiali o altri animali incutevano spesso paura ai piccoli, che percorrevano tutto di un fiato i suoi 350 m. di lunghezza.
La Via Cava ha un andamento sinuoso e irregolare, il piano di calpestio, scavato nel tufo, spesso è formato da scale, più o meno ripide: i gradoni, dove è possibile vedere le orme lasciate dai somari, che per secoli hanno solcato questa strada.
A circa metà del percorso si trova una piccola chiesa privata del XVII sec., intitolata ai SS. Apostoli Giacomo e Filippo.
La leggenda narra che il 1° maggio un pastore che scendeva a cavallo nella Via Cava, sia stato disarcionato dall’animale.
L’uomo si salvò e per ringraziare d’essere uscito incolume da quella brutta avventura, costruì a sue spese l’edificio sacro, dedicandolo ai santi del giorno.
Lungo una parete di tufo si apre una grotta, che ospita la ricostruzione di una tomba etrusca completamente arredata: la Tomba di Velthur e Larthia. Ma al termine della Via Cava ci sono necropoli originali.
Con una piccola deviazione è possibile vedere la necropoli del Gradone del VII sec. a.C..
Oltrepassando il ponte sul fiume Meleta, inoltre, il visitatore incontra la necropoli di San Giovanni, formata da tombe di diversa tipologia, databili dalla seconda metà del VI sec. a.C. al II sec. a.C.. I reperti archeologici provenienti dai due siti sono custoditi al Museo civico archeologico della Civiltà Etrusca “Enrico Pellegrini”.
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